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L’esistenza
di una pista preromana, che attraversava tutto il Veneto dall’Adige al Piave
e oltre, lungo le pendici dell’arco di colline che racchiudono a Nord la Pianura
Veneta, allora fitta di boschi e di acquitrini, fu ipotizzata da Alessio De Bon
(Romanità del Territorio Vicentino, 1937 - manoscritto fig.l). L’ipotesi fu
poi divulgata
da Giovanni Mantese (Storia di Schio, 1955), il quale la denominò Pista dei
Veneti.
Successivamente
molte pubblicazioni di storia locale fecero riferimento a percorsi come
tratti della Pista dei Veneti. Il comune di Schio intitolò una
via in località Magrè alla Pista dei Veneti. L’esistenza di questa pista
antica, almeno nel tratto S.Michele
Buonalbergo-Sovizzo, fu poi confermata da Luciano Bosio (Le Strade Romane
della Venetia e dell’Histria, 1991), così come Loredana Capuis fece accenni
ai “percorsi pedemontani orizzontali dell’ampia zona dal Brenta al Livenza”
(I Veneti, 1993).
La
FAAV ( Federazione Associazioni Archeologiche Venete) alla fine del 2001, sollecitata
dal Gruppo Archeologico Bissari, coinvolse i Gruppi Archeologici dell’Alto
Vicentino per un Progetto Pista dei Veneti, avente lo scopo di individuare
sul territorio il presumibile tracciato della pista ipotizzata, nel tratto da
Vicenza allo sbocco della Valle dell’Astico.
Le
ricerche in situ portarono all’individuazione di un percorso antico in
parte in disuso
ma uniforme e costante, sull’unghia delle colline, a tratti in evidente forma
di tratturo (fig.2). Durante le ricerche è stato individuato un altro percorso,
forse più
antico, sul dorsale delle colline, che corre parallelo al precedente ma più in alto
dove la collina o la montagna è libera dai corsi d’acqua e dai boschi
scoscesi. Per
distinguerlo dal primo abbiamo chiamato questo percorso Pista del
Bronzo (fig.3).
Lo
scopo ultimo del Progetto Pista dei Veneti è quello di preservare e
divulgare tutti i
numerosi riferimenti archeologici di questa suggestiva fascia di colline. E’
stato perciò
tracciato per ogni territorio una Passeggiata Archeologica (fig.4) che segnalerà,
con la pubblicazione di una scheda didattica illustrativa, tutti i riferimenti
preistorici e storici oltre che paesaggistici per una maggior conoscenza delle
nostre origini e della nostra identità.
I
rinvenimenti archeologici degli ultimi anni hanno messo in risalto come il
Veneto antico,
durante l’età del ferro (900-200 a.C), costituiva un importante anello di congiunzione
fra le culture mediterranee e le culture dell’Europa centrale, assumendo
un fondamentale ruolo di intermediazione fra aree produttive complementari.
In
questo contesto le valli, al cui sbocco correva la supposta Pista dei
Veneti, erano attive
vie di transito verso il Nord: così la valle dell’Adige, quella
dell’Astico, quella
del Brenta e, la più importante, quella del Piave che portava al Danubio. Anche
i transiti verso Ovest, per i traffici con i Liguri ed la Gallia, dovevano
essere
ben frequentati (via gallica). Così come quelli verso Est per i contatti
con gli Illiri.Dagli sbocchi delle valli, collegati dalla ipotizzata Pista
dei Veneti, si dipartivano a raggiera
i fiumi citati, ed altri, costituendo importanti vie d’acqua verso i porti adriatici
(Spina, Adria, Altino), dopo aver toccato i maggiori centri urbani (Padova
ed
Este anzitutto ma anche Verona, Vicenza e Treviso). E’ normale che i centri urbani
citati fossero in comunicazione fra loro anche a mezzo vie terrestri, "tracciati
ben segnati e resi stabili dal movimento degli uomini" (Bosio, op. cit.,1991),
percorsi fra l’altro indispensabili per il transito delle greggi.
Interessati
ai commerci lungo le direttive indicate, tramite i Veneti, erano
anzitutto gli
Etruschi che, nel momento di massima espansione (VI-V sec. a.C.), costituivano la
potenza commerciale
più importante
del Mediterraneo
occidentale e confinavano
con i Veneti avendo fondato Spina.
Nel
Mediterraneo orientale dominavano invece i Greci che, con la colonizzazione dell’Italia
meridionale (Magna Grecia) iniziata nell’VIII sec. a.C., intensificarono i
rapporti con i Veneti frequentando soprattutto i porti di Adria e di Altino.
Fra
i popoli dell’Europa alpina e centrale, quelli più a diretto contatto con i
Veneti erano
i Reti che occupavano tutte le Alpi centrali confinando e spesso confondendosi
con i Veneti. I corni di cervo trovati a Magrè riportano iscrizioni retiche
ed elementi di cultura retica non mancano negli insediamenti di altura a Nord
di Vicenza.
Ma
la cultura che dominava durante l’età del ferro tutta l’Europa centrale era
quella
celtica. I Celti, che confinavano con i Veneti nelle Alpi occidentali (Norico), curavano
con razionalità l’agricoltura e l’allevamento. Dotati di carri robusti ed efficienti,
si spostavano con facilità e a partire dal IV secolo dilagarono anche in Italia:
gli Insubri fondarono Milano, i Boi Bologna, i Cenomani occuparono Verona,
i Galli devastarono Roma (390 a.C.).
Nel
222 a.C. i Romani occuparono la Gallia Cisalpina. Poco dopo, nel 181 a.C., con la
fondazione di Aquileia, iniziò la romanizzazione del Veneto, consolidatasi nel 148
a.C. con la costruzione della via Postumia, che correva parallela alla Pista
dei Veneti, a pochi chilometri di distanza nel tratto Verona Vicenza e ad
una decina di chilometri in media nel tratto da Vicenza al Piave.